Radiofrequenza

La radiofrequenza è una terapia utilizzata per la cura del dolore dovuto a coxartrosi, gonartrosi e lombalgia.

Coxartrosi

La localizzazione dell’artrosi all’anca è molto frequente, il consumo della cartilagine determina una progressiva disabilità con perdita di autonomia nella deambulazione e nelle più comuni attività della vita quotidiana. Quando il dolore diventa incontrollabile e i comuni farmaci anti-infiammatori risultano inutili, l’impianto della protesi è il metodo chirurgico più comunemente utilizzato.

Tuttavia l’intervento può essere controindicato per alcuni pazienti molto anziani, obesi o con patologie concomitanti gravi. In questi casi, la somministrazione di una corrente elettrica ad alta frequenza – la “radiofrequenza” – in due sedi specifiche dell’anca risulta essere un valido e alternativo trattamento del dolore. È una cura palliativa antalgica il cui unico obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita riducendo consistentemente la percezione del dolore. È una procedura percutanea, eseguibile in pochi minuti con l’utilizzo di due semplici aghi.

La radiofrequenza viene generata da un apparecchio e trasferita al paziente tramite una sonda inserita negli aghi. L’obiettivo è di annullare la conduzione del dolore da parte dei due nervi trattati. Il trattamento eseguito in assoluta sicurezza preserva i rami nervosi motori evitando di compromettere la forza muscolare. La maggior parte dei pazienti sottoposti alla tecnica riporta un adeguato controllo del dolore senza alcuna complicanza, anche grazie alla ridotta invasività della procedura. Non sono invece immediati e certi i vantaggi funzionali nelle comuni attività della vita quotidiana, come il cammino o affrontare le scale, per il persistere del danno anatomico determinato dall’artrosi. A seguito della terapia antalgica con radiofrequenza è quindi utile un breve ciclo di kinesiterapia per prevenire un ulteriore degrado funzionale.

Gonartrosi, in caso di gravità ma non operabile

Il ginocchio è la sede del corpo umano più comunemente affetta dalla degenerazione artrosica che, in particolare, colpisce con più frequenza le donne di età superiore ai 55 anni. Nel tempo, il consumo della cartilagine procede inesorabilmente verso l’artrosi conclamata: dal punto di vista clinico, il soggetto affetto da artrosi presenta una progressiva limitazione funzionale con perdita di autonomia nella deambulazione e nelle più comuni attività di vita quotidiana. Quando il dolore e la limitazione funzionale diventano incontrollabili si impone la valutazione all’ indicazione chirurgica protesica.

Esiste una piccola percentuale di pazienti che non sono candidabili all’intervento chirurgico: si tratta di pazienti cosiddetti “grandi anziani” over-80 affetti da patologie invalidanti quali grave obesità, patologie croniche cardiorespiratorie, neoplasie ma anche malattie psichiatriche che non permettono un adeguato grado di collaborazione del paziente nella successiva delicata fase riabilitativa. Per questi pazienti esiste un trattamento palliativo antalgico, il cui unico obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita riducendo consistentemente la percezione del dolore del ginocchio degenerato.

Il trattamento prevede la somministrazione di una corrente elettrica ad alta frequenza – la “radiofrequenza raffreddata” – in tre sedi specifiche del ginocchio che corrispondono al passaggio di tre delle numerose terminazioni nervose che trasmettono il dolore artrosico del ginocchio: la durata del trattamento è di circa tre minuti per ciascuna sede. La radiofrequenza viene generata da un apparecchio e trasferita al paziente tramite un ago. L’obiettivo è di annullare la conduzione del dolore da parte del nervo trattato. Il trattamento eseguito in assoluta sicurezza preserva i rami nervosi motori evitando di compromettere la forza muscolare. A seguire è utile un breve ciclo di fisioterapia.

Lombalgia

Le forme artrosiche della colonna vertebrale si riconoscono quando il dolore è profondo, costante e resistente a tutti i tipi di terapia farmacologica e fisioterapica, anche il paziente di età giovane-adulta. Generalmente è presente un dolore sordo, profondo, spesso descritto come un peso, ad andamento continuo e localizzato in sede lombare, con possibili irradiazioni all’inguine, alla coscia e alla natica.

Il dolore è aggravato dai movimenti di estensione e di inclinazione del tronco verso il lato affetto e dalla prolungata posizione seduta o in piedi: potrebbe trattarsi di una “sindrome delle faccette articolari”, che può essere diagnosticata con una semplice radiografia. Per superare la fase critica è utilizzabile un trattamento palliativo antalgico il cui unico obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita riducendo consistentemente la percezione del dolore.

Il trattamento prevede la somministrazione di una corrente elettrica ad alta frequenza – la “radiofrequenza” – su precise terminazioni nervose della colonna vertebrale responsabili della trasmissione del dolore. L’obiettivo è di modulare questi segnali dolorosi e riprendere una normale funzionalità dopo un breve ciclo riabilitativo, tale azione è reversibile e la procedura può essere ripetuta. Il trattamento è eseguito in assoluta sicurezza, preserva i rami nervosi motori evitando di compromettere la forza muscolare e permette un risultato ottimale a lungo termine, in media sino a uno o due anni.

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